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Lapide della Divina Commedia VI
Nel centro storico di Siena sono dislocate otto targhe che riportano alcuni passi della Divina Commedia di Dante, esiste infatti un reale legame tra i versi incisi su di esse e il luogo dove si trovano. Queste lapidi furono apposte nel 1921, in occasione dei 600 anni della morte del poeta. Le citazioni riguardano i canti dell'Inferno per le prime due, mentre le altre sei riportano estratti del Purgatorio. Sulla sesta lapide si legge: «Savia non fui, avvegna che Sapìa / fossi chiamata, e fui de li altrui danni / più lieta assai che di ventura mia» (Purgatorio XIII, vv. 109-111). Dante si trova nella seconda cornice dove espiano le anime degli invidiosi. Tra loro incontra Sapìa Salvani, zia di Provenzano Salvani: questa donna provava un'invidia talmente grande verso i suoi concittadini che ha provato soddisfazione quando i ghibellini furono sconfitti nella battaglia di Colle di Val d'Elsa del 1269, a cui la donna assistette di persona. Proprio in questa battaglia morì suo nipote Provenzano.

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